Il Teatro Bellini, che si affaccia sull'omonima piazza, fu inaugurato il 31 maggio del 1890 con la rappresentazione della Norma di Vincenzo Bellini. Nel Teatro vi sono 113 palchi su quattro file, 8 barcacce di proscenio, un palco centrale per il Capo dello Stato, duemila posti in totale. L'apertura del boccascena è di 14 metri e la profondità del palcoscenico di 21. Il Massimo, chiamato anche così, perchè era la denominazione più diffusa del Bellini, è destinato solo alla lirica e ai concerti. Solo eccezionalmente ha ospitato anche la prosa, operette (nel '51 fu rappresentata la Vedova allegra), danza (nel '55 si esibì Josephine Baker), jazz. Grande risonanza ebbero nel 1931 le manifestazioni del centenario di Norma.
Al Bellini hanno cantato i maggiori artisti lirici, tra i quali Toti Dal Monte, Maria Caniglia, Magda Olivero, Ferruccio Tagliavini, Beniamino Gigli, Tito Schipa, Ebe Stignani, la divina Maria Callas, Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Renata Scotto, Montserrat Caballé.
La realizzazione di questo ambizioso monumento alla musica ha dietro di sé una lunga e contrastata storia di progetti e ripensamenti. L'attuale edificio è opera di Carlo Sada (architetto che si formò all'Accademia di Brera e a Roma); egli giunse a Catania al seguito di Andrea Scala, suo maestro, che finì col soppiantare nel 1880. Lo stile del Teatro catanese si ispira all'eclettismo francese del secondo impero imposto a Parigi da Charles Garnier con l'Opéra di Parigi. Il prospetto del Teatro Bellini è carico di ornamenti e allegorie; molto elegante il portico d'ingresso per le carrozze, chiuso da cancellate in ferro.
L'interno è caratterizzato da una grande sala, dall'acustica eccellente, con quattro ordini di palchi e la galleria. Tutt'intorno gli spazi sono stati utilizzati per ricavare eleganti corridoi, saloni e il foyer, all'interno del quale è un bel monumento a Vincenzo Bellini. Gli affreschi del soffitto sono di Ernesto Bellandi; nel 1883 il pittore Giuseppe Sciuti dipinse un antisipario che narra di una leggendaria vittoria dei catanesi sui Libici. Il sogno del teatro dentro la città si è potuto realizzare solo in minima parte: la costruzione dei due cavalcavia che saldano l'edificio ai due palazzi confinanti.
Una delle maggiori preoccupazioni del Sada fu quella di collegare l'edificio teatrale con l'ambiente urbano circostante: Diremo poi - scrive l'architetto nella sua relazione del progetto di completamento - che tanto il portico di prospetto quanto quelli di fianco, servono pure per la circolazione pubblica e solo nelle sere di rappresentazione sarà regolata la circolazione delle carrozze come meglio converrà per il servizio del teatro.
Oltre ai cavalcavia, che avrebbero congiunto l'edificio ai palazzi circostanti, il Sada pensò anche alla sistemazione monumentale della piazza, proporzionata alla solennità del prospetto del teatro. Al centro immaginò di collocare un grande monumento a Vicenzo Bellini, lo stesso che il Comune aveva commissionato allo scultore Monteverde (oggi questo monumento si trova in piazza Stesicoro).
Una volta sistemata la piazza è qui che vorremmo fosse collocato il monumento del sommo maestro che il Comune sta facendo fare all'illustre scultore Monteverde, non solo per l'ornamento che questa piazza ne acquisterebbe essendo adesso così informe; ma il più sarebbe per principio di logica e quindi in correlazione col concetto estetico, e, cioè che il monumento del grand'uomo (Bellini) fosse situato sulla piazza omonima, ove si trova il tempio a lui dedicato.