Ogni uomo è frutto del contesto familiare e sociale on cui interagisce. Per comprendere appieno, dunque, la personalità di Giovanni Verga occorre indagarne il milieu costituito da una famiglia di nobili origini, fonte di atmosfere, suggestioni e luoghi presenti nei suoi racconti, nonché, le molteplici relazioni sociali che hanno contraddistinto la sua esistenza.
Un'insostituibile e inedita risorsa, in tal senso, è rappresentata dall'Archivio Familiare Verga pervenuto negli anni '90 disordinato e in parte degradato tanto da richiedere un'accurata e preventiva disinfestazione.
In atto, si sta procedendo al riordino e alla schedatura per la ricomposizione delle singole carte in fascicoli e serie, in modo da ripristinarne le relazioni reciproche e, quanto possibile, il modo originario di sedimentazione.
Contestualmente, sulla scorta dei riferimenti presenti e tramite ricerche effettuate sui registri dello Stato civile di Catania e Vizzini, è in corso la ricostruzione della genealogia familiare dei Verga.
Le oltre 10.000 unità documentarie sino a oggi schedate - lettere, atti notarili e giudiziari, riscontri contabili, inserzioni pubblicitarie e altro- testimoniano, nell'avvicendarsi di almeno sei generazioni, rapporti familiari e amicali, relazioni d'interesse e parentela con influenti casati isolani, responsabilità pubbliche, e, una pertinace amministrazione dell'ingente patrimonio fondiario e delle connesse attività commerciali, non di rado, tradottasi in contenziosi pressoché, secolari.
Si comprende, quindi, come la gelosa custodia dei beni sia costante prerogativa dei personaggi verghiani: si pensi alla roba di Mazzarò o alle carte della lite di Don Diego Trao nel Mastro Don Gesualdo.
Un'analisi approfondita dell'Archivio familiare restituirà a Giovanni Verga un'immagine compiuta tanto nella dimensione privata, che in quella pubblica Già alcune sfaccettature più autentiche emergono dalla corrispondenza con la madre e con fratelli e nipoti, secondo un modello patriarcale dai legami molto sentiti: vera poesia della famiglia, Leit-Motiv della narrativa verghiana.
Molti appunti, di suo pugno, rivelano un'attenta e scrupolosa stesura nei suoi scritti con studiati effetti nei dialoghi, nei periodi e nelle assonanze.
Illuminanti, appaiono, al proposito, le raccolte di desinenze in rima e proverbi, che il Verga metteva in bocca ai suoi protagonisti quale immutabile e non trasgredibile pronuncia di legge non scritta.
Altro filone, connesso alle fortune letterarie del Verga, riguarda i rapporti con le case editrici talora contrassegnati da aspri contenziosi, (come con l'Editrice Sonzogno per Cavalleria Rusticana) per la gestione dei proventi della sua produzione.
Numerosi sono i documenti comprendenti le autorizzazioni a tradurre le sue opere in diverse lingue, le annotazioni di debiti e crediti, la fitta corrispondenza con il fratello Mario, i bollettini delle copie vendute regolarmente trasmessi dagli editori agli eredi, anche dopo la morte del Verga.
La vita pubblica è altrettanto, copiosamente documentata: atti di nomina, comunicazioni ufficiali, verbali, relazioni, talora sottoscritti da esponenti di primo piano del coevo panorama politico, evidenziano i numerosi impegni dello scrittore riguardanti benemerenze ed incarichi - come quelli di Grande Ufficiale della Corona d'Italia e componente della Commissione di Arte Drammatica - coronati dall'attribuzione del seggio senatoriale.
Una rassegna di articoli giornalistici, scritti dai più accreditati biografi e corredati da un ricco apparato iconografico, fornisce al ricercatore un prezioso supporto alla sua consultazione
La messe d'informazioni ricavabili dall'Archivio trascende, comunque, l'esclusivo interesse alla figura del Verga o alla sua opera, potendosi, invero, attraverso la varietà delle carte in esso contenute, leggere in filigrana i grandi e piccoli cambiamenti politici, sociali, economici, giuridici e culturali che attraversarono un lungo e cruciale periodo di storia siciliana dal XVII al XX secolo.