La Vita

All'Interno di quest'area vi sono le varie fasi della vita di Sant'Agata.

Agata La Buona

In those years, in the middle of the third century, Agatha was born in Catania. The date has never been historically ascertained with exactitude, but it was calculated backwards starting from another that instead egrave; certain, that is, the martyrdom occurred in 251.

Il processo

Quinziano prese atto che lusinghe, promesse e minacce non sortivano alcun effetto su quella giovane tanto bella quanto innamorata di Gesù. Decise allora di dare immediato avvio a un processo, contando così di piegarla con la forza. Convocata al palazzo pretorio, Agata entro fiera e umile.

In casa di Afrodisia

Quinziano, non appena la vide, fu rapito dalla sua bellezza. Un ardore passionale lo invase, ma i suoi tentativi di seduzione furono tutti vani, perché Agata lo respinse sempre con grande fermezza.

Le Persecuzioni

Sin dal 264 a.C., anno in cui con la prima guerra punica Roma sottrasse l’isola ai Cartaginesi, in Sicilia era stata imposta la religione pagana dei Romani, col suo carico di divinità popolane e goderecce, esempi di corruzione e di dissolutezza nei costumi.

La fuga e l'arresto

Un giorno, il proconsole Quinziano fu informato che in città, tra le vergini consacrate, viveva una nobile e bella fanciulla. Decise allora che doveva conoscerla. Ordinò ai suoi uomini che la catturassero e la conducessero al palazzo pretorio: si trattava proprio di Agata.

La Sicilia al tempo di Agata

Negli anni in cui visse Agata, a metà del III secolo, l’impero romano aveva già raggiunto la massima estensione territoriale.

La tavola dell'Angelo

I cristiani che avevano assistito al martirio e alla morte di Agata raccolsero con devozione il suo corpo e lo cosparsero di aromi e di oli profumati, come era in uso a quell’epoca.

La Consacrazione a Dio

Molto presto, già negli anni dell’infanzia, Agata ebbe chiaro nel cuore il desiderio di donarsi totalmente a Cristo.

Il carcere e le torture

Per un giorno e una notte Agata rimase chiusa in una cella del carcere, all’interno del palazzo pretorio: diventata in seguito un luogo di culto, era una cameretta interrata, buia e umida.