I cristiani che avevano assistito al martirio e alla morte di Agata raccolsero con devozione il suo corpo e lo cosparsero di aromi e di oli profumati, come era in uso a quell’epoca.
Poi con grande venerazione lo deposero in un sarcofago di pietra, che da allora fino ai nostri giorni è stato sempre oggetto di culto a Catania. Le fonti narrano che, quando il sepolcro ormai stava per essere chiuso, si avvicinò un fanciullo, vestito di seta bianca e seguito da altri cento giovanetti.
Presso il capo della vergine depose una tavoletta di marmo, che oggi è una preziosa reliquia custodita nella chiesa di Sant’Agata a Cremona, con l’iscrizione latina “ M. S. S. H. D. E. P. L. ”, che in italiano significa “ Mente santa e spontanea, onore a Dio e liberazione della patria ”.
Questa iscrizione, detta anche “ elogio dell’angelo ”, è la sintesi delle caratteristiche della santa catanese ed è anche una solenne promessa di protezione alla città.