Ogni ala è costituita da tre ambienti, ad eccezione di quella orientale che ne ha numerosi. La pavimentazione del cortile è costituita dall'originale a basole laviche. Tutti i locali del pianterreno ebbero pavimentazione a coccio pesto, cioè la stessa che si rinvenne sotto le mattonelle della sala all'angolo sud- orientale. I saloni furono pavimentati con pietra asfaltica, le cui strisce furono poste in corrispondenza delle lesene. Il salone settentrionale inferiore fu pavimentato con piastrelle a spina di pesce. Il piano superiore fu pavimentato con piastrelle rettangolari , di argilla compressa, disposte anch'esse a spina di pesce. Le scale sono in pietra calcarea dura, la medesima dell'archivolto della scala esterna.
Il restauro del Castello così fu eseguito:
- Ala inferiore di settentrione: furono aboliti i tramezzi della grande aula; messe a nudo, liberandole dagli intonaci, le volte a crociera, le mezze colonne (reggenti i costoloni con severi capitelli) e le diverse aperture (tra cui la porta ogivale che dava sul cortile). Le fu quindi ridato l'aspetto di basilica.
- Ala superiore di settentrione: furono abbattuti i muri divisori.
- Ala inferiore occidentale: sulla parete esterna furono ripristinate le due feritoie sovrapposte ed eliminata una finestra da poco costruita.
Si lasciò intatta la sala dell'angolo nord-occidentale con volte a crociera. Il salone successivo fu liberato dai tramezzi che lo avevano suddiviso in stalla, cucina e scala per la prigione sottostante.
Appariva così nella sua originaria eleganza con la grande volta ogivale, sorretta da archi impostati su pilastri, con finestre e porte ad arco acuto. Fu aperta verso l'esterno una finestra ogivale finta (unica libertà dei restauratori). Nell'ultima parte del salone fu messo in luce un fornice, aprentesi sul cortile, che una scalinata ottocentesca aveva coperto. Sotto tale scalinata si rinvenne una seconda scala, a rampa, con cordonate in pietra lavica e gradini in cotto a spina di pesce del XVI secolo, posteriore al fornice.
Nella sala angolare sud-occidentale furono rinvenute l'originale volta a crociera, le finestre ogivali e la porta a sesto acuto che si apriva sulla facciata meridionale accanto al torrione sud-occidentale.
Nell'angolo sud-occidentale di questa sala si apriva un corridoio di accesso alla torre. Questa aveva volta a ombrello su costoloni retti da una testa in funzione di mensola. Fu anche ripristinato l'arco di accesso alla ritirata.
- Ala meridionale inferiore: esposta a sud verso il mare, fu uno dei più ambiti ambienti del castello e difficile fu il restauro a causa delle numerose stratificazioni. In origine si presentava come il lato settentrionale, ma nel XVI secolo furono abolite le crociere e costruita una scala esterna per accedere alla grande sala centrale superiore, destinata al Parlamento (essendo oramai inadatta l'antica scala a chiocciola). Questa scala è stata restaurata in maniera tale da apparire come un'unica rampa poggiante su un arco con paramento in pietra calcarea. Il vano della torre centrale del lato meridionale ospitava sin dal 1391 la Cappella dedicata a San Giorgio, della quale rimane soltanto il portale. Furono abbattuti i muri divisori delle sale, perdendo le piccole volte ad archi ribassati che essi sostenevano.
- Ala meridionale superiore: nella Sala del Parlamento si abbattè il muro divisorio, liberando la grande volta a botte e rivelando la presenza dei fori di incastro delle travi del soffitto ligneo cinquecentesco. Fu abbattuto il corridoio di accesso alle torri, perchè deturpava il grande salone. Fu rifatta ex novo la parte superiore della torre sud-orientale, ricostruendo la perduta volta ad ombrello. Il tetto fu lasciato a capriate e furono aperte quattro finestre su ogni lato del salone. Fu restaurato il cinquecentesco corridoio segreto ad archi ogivali.
- Ala orientale: nel ripristino delle sale inferiori si ebbe cura di mettere in luce gli antichi avanzi. La sala con piccola porta segreta ad arco ogivale fu ripristinata con soffito ligneo, eliminando l'ottocentesca volta a campata unica. All'esterno, sopra un finestrone, spicca una stella a cinque punte, in pietra bianca e nera.
Piazza Federico II di Svevia: la commissione di restauro, della quale facevano parte gli architetti Fichera e Fischetti, fu unanime nella scelta di ripristinare l'antico fossato, colmato dalle lave del XVII secolo. Per la sistemazione della piazza si sviluppò l'idea di Francesco Fichera, che proponeva di isolare l'edificio, mascherando con una cintura verde le case ottocentesche che lo circondano.
Fu inoltre abbattuto il muro che limitava la trincea ferroviaria e che costituiva il maggiore elemento di deturpazione. La piazzuola cinquecentesca antistante alla porta d'ingresso è costituita da acciottolato riquadrato da strisce a basole laviche.