A Cremona, nella basilica collegiata di Sant’Agata, è venerata la “ tavola dell’angelo ”.
Si trova al Nord perché, si disse, un prete di origine cremonese, durante l’invasione dei Longobardi, approfittò del trambusto generale e la portò con sé. Da quel momento, la tavoletta divenne oggetto di grande venerazione, sia per il popolo cremonese, sia per vescovi e cardinali.
Il 5 febbraio di ogni anno, e la domenica successiva, si svolgono le celebrazioni in onore della santa.
La reliquia è custodita all’interno di un’originale teca, una tavola lignea alta 112 centimetri e larga 69, dipinta su entrambi i lati da un anonimo pittore sul finire del XIII secolo. Sulla prima facciata sono raffigurate scene della vita e del martirio di sant’Agata, sull’altra una Madonna con il Bambino sormontata da una scena della Pentecoste.
La “ tavola dell’angelo ”, protetta da un elegante cancelletto settecentesco, in tanti secoli non è mai stata aperta e, come una conchiglia, continua a nascondere la sua preziosa perla. Nel 1575 san Carlo Borromeo, giunto a Cremona col preciso intento di accertarsi del contenuto del reliquiario sigillato, non osò aprirlo. Davanti a tanta meraviglia si inginocchiò in profonda venerazione.
Soltanto a metà degli anni Settanta, durante i lavori di restauro, fu fatta una radiografia della “ tavola ”. Si accertò finalmente che, all’interno, si trova un corpo estraneo, ma nessuno ancora oggi ha voluto violare il mistero che nasconde quella preziosa reliquia.