Salendo per via Garofalo e giriamo a sinistra per via Santa Maddalena, dove, come sfondo di una piccola piazzetta, ritroviamo una delle chiese più antiche: S. Agata la Vetere.
Dopo l'editto di Costantino (313 d. C.) ad opera di San Severino vescovo dei primi anni della pace, fu costruita la chiesa, iniziata nel 380 e completata nel 436 che venne a sostituire la modesta edicola fatta erigere, quasi di nascosto, sulle rovine del palazzo pretorio dal santo vescovo Everio nel 264.
Il vescovo stabilì la sua cattedra e vi trasferì le reliquie ed il sepolcro che le racchiudeva possibilmente dopo il 436 d. C. Era costume dei primi cristiani seppellire i martiri velocemente vicino ai luoghi del martirio, se si trovavano fuori delle mura, per evitare la profanazione.
Qui, nella parte absidale, è conservato un antico sarcofago di marmo bianco dove, secondo la tradizione, sarebbe stato sepolto il corpo della giovane martire (la chiesa, del resto, si trova a Sud di un'area utilizzata come zona cimiteriale dall'età ellenistica fino all'era cristiana).
L'antico sarcofago, di età pagana e di pregevole fattura, venne scalpellato nelle parti raffiguranti scene non compatibili con la fede cristiana, come quelle della "Caccia al cinghiale Calidonio" ed della "Centauromachia".
Nel lato rivolto verso il visitatore è ben visibile la raffigurazione pagana di due grifoni laterali (simbolo della forza e del coraggio) con al centro un candelabro (l'anima ardente), lasciati come simboli di virtù attribuibili anche alla santa.
Interessanti sono gli ambienti sotterranei dove si trova una cripta dove sono scavati lungo le pareti numerosi loculi ed al centro è posto un altare antico con sopra un affresco ben conservato che raffigura i benefici spirituali del sacrificio eucaristico per le anime dei defunti.