In Piazza Santa Maria di Gesù, quasi nascosta alla vista, si trova la chiesetta con il prospetto del 1706 attribuito a Girolamo Palazzotto. Accanto è la cinquecentesca cappella dei Paternò con l’esterno decorato a fasce bicrome. Nell’edificio si entra da uno splendido portale, scolpito nel 1519 da Antonello Gagini, sormontato da una lunetta con la Vergine Maria e il bambino. La chiesa, proprietà della famiglia Paternò di Carcaci, fu eretta nel Quattrocento, in parte rimaneggiata da Antonello Gagini nel 1518 e ricostruita dopo il terremoto del 1693. Allo stato attuale il piccolo edificio sacro è come fagocitato dagli enormi palazzi moderni che si estendono tutt’intorno alla piazza dominata dalla chioma grandiosa di un Ficus centenario. Particolarmente stridente appare il confronto tra la preziosità delle ville in stile fiorito, che adornano il viale Regina Margherita, e l’essenzialità architettonica della facciata della piccola chiesa. Nel clima post-unitario, che vide l’acquisizione e, a volte, lo smembramento degli edifici sacri, la chiesa e l’annesso monastero, vennero usati, prima come sede di un Ospizio di Mendicità e, poi, furono accorpati all’edificio dell’Istituto scolastico Archimede (che si affaccia sul viale Regina Margherita) al quale il chiostro settecentesco fornì il locale per le officine meccaniche.


Il gioco dei bianchi e dei neri

Nella facciata della chiesetta spiccano le decorazioni in pietra bianca (calcare) e in pietra nera (lava), tipiche di altre costruzioni del pieno Quattrocento catanese. Ricordiamo, per esempio, quella del balcone del palazzo Platamone in via Landolina. La stessa decorazione si può vedere nelle strutture della cappella Paternò (sopravvissuta al terremoto del 1693), a sinistra del prospetto, con un finestrone strombato in cui il gioco dell’alternanza cromatica produce un effetto di rilievo plastico. Nella chiesa si entra attraverso il portale sormontato, come abbiamo scritto sopra, da una lunetta con una delicata e morbida immagine della Madonna con il bambino. All’interno si possono ammirare: un grande Crocefisso di legno opera di Frate Umile da Petralia (morto nel 1639); su un altare è collocata la bellissima Madonna con il bambino, opera in marmo di Antoneilo Gagini. Alla chiesa di S. Maria di Gesù apparteneva anche un famoso polittico con La Vergine introno col bambino, S. Francesco, S. Antonio e la Resurrezione del 1497; quest’opera è di Antonello De Saliba (1466 c.-1535 c.) e bottega. Oggi è possibile vedere questo polittico, ormai smembrato, all’interno della sala I del Museo Civico del Castello Ursino (piazza Federico di Svevia).


La Cappella Paternò

La Cappella Paternò si apre a sinistra dell’ingresso della chiesa; si accede attraverso un portale marmoreo sormontato da una lunetta con La Pietà di Antonello Gagini (1519). Una iscrizione ci informa che la costruzione fu voluta da Alvaro della stirpe dei Paternò che, da vivo, volle erigere questa cappella pensando, con serenità, alla morte. La data è 1519. Nella cappella è anche un altare con una Madonna in gloria, di Angelo Di Chirico (1525). All’interno della costruzione sono collocati molti monumenti funebri corredati da epigrafi e iscrizioni.