Al centro di piazza Stesicoro si apre una grande trincea che racchiude alcuni resti dell’anfiteatro romano di Catania. Alla fine del secolo scorso (come documentano numerose fotografie) la piazza era completamente chiusa, anzi, nel luogo ora occupato dallo scavo erano sistemate aiuole ornamentali. I lavori per riportare alla luce l’anfiteatro (già conosciuto dagli studiosi di storia catanese) furono iniziati nel 1904, per volontà del sindaco De Felice che affidò l’impresa all’architetto Filadelfo Fichera, e si conclusero nella primavera del 1906. L’opera fu inaugurata ufficialmente sei mesi dopo e, nel 1907, fu visitata da re Vittorio Emanuele III che venne a Catania per inaugurare l’Esposizione Agricola. Il grandioso monumento romano, uno dei più grandi d’Italia, è nascosto quasi interamente sotto le moderne costruzioni ma è visibile al di sotto del livello stradale dove si conserva il corridoio che gira lungo il muro del podio; l’estensione dell’edificio interessa molte vie che si irradiano dalla piazza Stesicoro; alcune porzioni dell’alzato della costruzione si possono vedere in due traverse della via Manzoni (una di queste ha il suggestivo nome di via del Colosseo). Dal punto di vista costruttivo l’anfiteatro è formato da una cavea di 14 gradini divisi in tre ordini con podio e ambulacri (corridoi coperti) di accesso alle gradinate disposti su tre piani che corrispondevano ai due ordini di arcate esterne e all’attico. La sua circonferenza esterna è di 309 metri, la circonferenza dell’arena è di 192 metri e si è calcolato che poteva contenere 15.000 spettatori seduti e quasi il doppio con l’aggiunta di impalcature per i posti in piedi. Come principale materiale da costruzione è stata utilizzata, come abbiamo potuto vedere in altri monumenti romani, la pietra lavica combinata con la malta cementizia e i mattoni; nella piccola porzione di arena che si è conservata sono raccolti alcuni frammenti decorativi che abbellivano la costruzione. La datazione dell’edificio, ancora incerta, si basa sullo studio e il riconoscimento delle tecniche di costruzione; in tal senso gli archeologi hanno formulato l’ipotesi che l’anfiteatro di Catania possa risalire alla metà del Il secolo a.C. Al tempo di Teodorico il monumento era già in profondo stato di abbandono; Ruggero il Normanno utilizzò le sue possenti strutture per ricavare le pietre che gli servirono per innalzare la cattedrale. Oggi si possono vedere questi blocchi nella costruzione esterna delle absidi del Duomo alle quali si accede da via V. Emanuele 159.
L’anfiteatro nel mondo romano
L’anfiteatro è il monumento in cui si fondono la grandiosità delle dimensioni e l’eleganza e il ritmo musicale delle arcate sovrapposte, marcate dalla ricchezza degli elementi ornamentali. Nel complesso gli architetti romani riuscivano ad ottenere l’effetto di una solennità equilibrata modulata dalle proporzioni che non sono mai esagerate nè in senso orizzontale né in senso verticale. La vasta costruzione, che ha forma ellissoidale, è formata da vari ordini di gradinate che ruotano intorno a uno spazio centrale (da qui il nome di anfiteatro: teatro [dai posti] intorno) dove si svolgevano i giochi e gli spettacoli di vario genere. Tra i più richiesti: i combattimenti fra gladiatori, quelli fra uomini e belve feroci e le battaglie navali quando, grazie a complessi meccanismi idraulici, si riusciva a trasformare l’arena in una grande piscina piena d’acqua