Un tessuto urbano complesso

L’Odeon di Catania, insieme al grande teatro, è inserito in un contesto urbano di grande ricchezza e complessità. La crescita urbana dopo il terremoto del 1693 fu regolata dal Senato cittadino che decise di organizzare il mercato delle aree (ai fini della ricostruzione) dividendo la città esistente con una linea convenzionale: a est (zona di piazza Duomo e via V. Emanuele) il valore dei terreni era più alto, a ovest (oltre la via Plebiscito e nell’area dell’antica acropoli) il valore era nettamente inferiore. Nella parte est, la più prestigiosa, l’apertura delle strade principali (oggi conosciute con i nomi di via Etnea, via V. Emanuele, via Garibaldi) contribuì a valorizzare maggiormente i terreni già destinati ad essere occupati dai nobili e dai religiosi più facoltosi. Durante tutto il Settecento e nella prima metà dell’Ottocento sorsero numerose residenze nobiliari e borghesi e i principali edifici civili amministrativi e religiosi. A ovest, invece, si concentrò un tessuto residenziale povero che si sviluppò attorno a ciò che restava dei tracciati medievali senza tenere conto delle regole urbanistiche dettate dal duca di Camastra; in questa zona vennero anche edificati, sempre nel Settecento, edifici destinati ad attività assistenziali (ospedali, ospizi, reclusori, case di educazione). All’interno di questa fitta maglia di isolati, di strade e di vicoli sono racchiusi alcuni tra i monumenti più significativi della Catania antica: il Teatro romano e l’Odeon, l’edificio termale in piazza Dante (di fronte l’ingresso monumentale del complesso dei Benedettini), resti delle fortificazioni normanne (presso il Liceo Spedalieri), un bastione cinquecentesco conosciuto con il nome di bastione "degli infetti" e due torri di rafforzamento aragonesi (quella detta del Vescovo è visibile all’altezza della via Plebiscito). Confusi nell’intrico di palazzi antichi e moderni questi resti del passato prendono forma man mano che ci si addentra nel dedalo delle stradine e dei cortili.


L’Odeon romano

L’Odeon (piccolo edificio destinato all’esecuzione di musiche e di danze) si trova a ovest del grande teatro. E anch’esso soffocato dalle alte costruzioni che invadono interamente la scena e che oggi sono utilizzate per sorreggere il fondale dipinto che viene innalzato durante le manifestazioni musicali estive. La collocazione di un teatro e di un odeon è presente anche in altre città greche e romane; la differenza tra le due strutture consiste principalmente nel fatto che l’Odeon era fornito di una copertura. L’orientamento del piccolo edificio è uguale a quello del teatro e cioè verso l’attuale via V. Emanuele; differisce, però, il livello della costruzione, infatti l’odeon si trova all’altezza della parte più alta del teatro e cioè la sommità della collina di Montevergine che costituiva l’acropoli di Catania. L’emiciclo dell’odeon è formato da 18 muri che si allargano fino a formare cunei stretti e lunghi all’interno dei quali sono stati ricavati 17 vani ricoperti a volta. L’uso o la funzione di questi vani, che furono restaurati negli anni Sessanta del nostro secolo, non è ancora chiara. Il materiale da costruzione è costituito, per la maggior parte delle strutture, dalla pietra lavica; l’orchestra (e cioè lo spazio semicircolare tra la cavea e la scena) è, come si puo ancora osservare, pavimentata in marmo. Come nel teatro si usarono i mattoni e il marmo che, accostati ai neri conci di pietra lavica, conferivano alla costruzione la tipica policromia dei monumenti catanesi.