Leggere il tessuto urbano
La bella chiesa di S. Maria dell’Aiuto con il maestoso prospetto di pietra calcarea, si affaccia sulla piazzetta omonima che si allarga alla fine di via S. Giovanni. E preceduta da un sagrato sopraelevato chiuso da una cancellata difetto. A fianco della chiesa si intravede il profilo di una piccola cappella, che contiene la Santa Casa di Loreto alla quale sarà dedicata una scheda particolareggiata. Prima di esaminare le caratteristiche architettoniche della chiesa accenneremo brevemente alla collocazione della stessa all’interno di un contesto urbano di non semplice ed immediata lettura. L’edificio sacro è incastonato in un isolato che appartiene al quartiere di San Cristoforo, uno dei più caratteristici di Catania; da alcuni anni questo quartiere è stato inserito, a pieno titolo, negli itinerari artistici della città perché racchiude un numero considerevole di monumenti che meritano di essere visitati. L’isolato su cui sorge la chiesa di S. Maria dell’Aiuto era, prima dell’eruzione del 1669, posto sulla parte sommitale di un tratto della cinta muraria cinquecentesca e si protendeva sui territori della piana la cui ricchezza e fertilità era leggendaria; è proprio da questi terreni coltivati che la popolazione catanese riusciva a trarre sostentamento e ricchezza. A causa dell’eruzione vennero, nel giro di pochi giorni, irrimediabilmente distrutte le aree coltivate circostanti e la città si vide privata di quei terreni che costituivano una delle principali fonti di benessere.Nella sagrestia del Duomo di Catania è possibile vedere un affresco che narra i tragici momenti dell’eruzione del 1669.
La preziosa icona di Maria
Sin dal 1635 si onorava l’immagine miracolosa della Madonna custodita nella chiesa di S. Marina nella via Pozzo Mulino. Per dare una migliore sistemazione all’icona essa venne collocata presso la chiesa dei SS. Pietro e Paolo che, da quel momento, si chiamò chiesa di S. Maria dell’Aiuto. Dopo il terremoto del 1693 l’edificio venne riedificato; la facciata attuale è di A. Battaglia. Al suo interno la chiesa custodisce opere preziose di arte e artigianato artistico; tra queste spicca l’altare del Crocefisso con un prezioso reliquiario con 24 teche. Un discorso a parte merita lo splendido altare maggiore tutto in marmo; al centro è l’immagine di Maria incastonata in una preziosa cornice. Una sentita descrizione dell’altare è quella di Salvatore Lo Presti che sul giornale il Popolo di Sicilia (1943) così scrisse: "L’altare Maggiore è una dolce sinfonia di marmi colorati e di esili colonne. Coronato da un movimentato gruppo in marmo simboleggiante il Padre Eterno assiso sopra le nuvole e circondato da cinque angeli, uno dei quali, alla sua sinistra sorregge un grosso globo, alle due estremità, all’altezza del ciborio, è adorno di due statue di media grandezza, raffiguranti, rispettivamente, S. Pietro e S. Paolo".